Comunicato Stampa Fiper: SEN dal gusto dolce –amaro
“La prima sensazione della SEN (Strategia energetica nazionale) è dolce e amara”, esordisce Walter Righini, presidente FIPER.
Gli aspetti positivi sono legati al riconoscimento del teleriscaldamento, quale driver per la crescita efficiente del settore delle biomasse legnose e quale tecnologia capace di ridurre notevolmente le polveri sottili soprattutto nel bacino padano e nelle aree non metanizzate alpine e appenniniche. A tal fine, positivo l’impegno di emanare con urgenza il fondo di garanzia per l’ampliamento delle reti, che risponde a un’esigenza immediata da parte degli operatori di usufruire di credito agevolato per gli investimenti infrastrutturali.
A seguito della segnalazione dell’ Autorità Antitrust italiana su indicazione FIPER, finalmente la SEN ha riconosciuto la disparità di trattamento tra la produzione elettrica e termica da biomassa in termini di incentivazione, decidendo di non promuovere ulteriormente i grandi impianti di produzione di energia elettrica da biomasse legnose e favorire in questo modo la concorrenza nel mercato di approvvigionamento.
L’ approccio “pro-gas” in nome del processo di transizione della decarbonizzazione dell’economia a scapito della promozione delle rinnovabili termiche è sicuramente il primo elemento di criticità.
Ne esce sconfitto poi, se non umiliato, il settore agricolo.
L’assenza del MIPAAF denunciata da FIPER nel corso della consultazione SEN si è tradotta nella mancanza di una valutazione sulle esternalità in termini di sostenibilità ambientale e economica che lo sviluppo della filiera biomassa-biogas può apportare al territorio.
Post consultazione, la SEN da un lato riconosce la volontà di mantenimento della filiera delle bioenergie, dall’altro evidenzia la necessità di ridimensionare gli attuali sistemi di incentivazione, creando un clima di incertezza e instabilità tra gli operatori. In Italia attualmente sono circa 1500 gli impianti a biogas agricolo che verrebbero penalizzati da tale misura senza contare le relative filiere di approvvigionamento.
Il biometano pare rappresentare l’unica possibilità che il normatore lascia intravedere per consolidare la filiera del biogas, anche se ribadisce che riguarderà solo “alcuni” impianti.
Spiace constatare quindi che permangono alcune affermazioni pregiudiziali rispetto alla filiera delle bioenergie tecnicamente non veritiere, quali: la non comprimibilità dei costi di produzione, il rialzo dei prezzi dei prodotti agricoli a causa degli incentivi al biogas, a testimonianza di una conoscenza frammentata del settore.
Conclude Righini:” il tentativo di integrare la politica energetica con la strategia di lotta ai cambiamenti climatici è stato solo in parte raggiunto dalla SEN; il settore agricolo e forestale avrebbero sicuramente potuto giocare un ruolo di maggior respiro rispetto a quello delineato”.
Fonte: www.fiper.it - Milano 14 novembre 2017